ESCLUSIVA AgrigentoInformazione: DA SINESIO E GIGLIA IN ESCLUSIVA LA RICOSTRUZIONE DEL “SOGNO AEROPORTO DI AGRIGENTO”

Montecitorio, Roma. Chiede la parola un deputato della Repubblica:

“Un aeroporto – spiega ai colleghi parlamentari che stanno ad ascoltarlo – collocato nella zona da me indicata sarebbe utile soprattutto per la città di Agrigento, attualmente tagliata fuori, oltre che dalle vie di comunicazione aerea, anche da quelle ferroviarie e stradali”.

Finalmente qualcuno nella capitale fa la voce grossa e pone all’attenzione del Parlamento la necessità di realizzare un aeroporto nella città dei Templi. Ci voleva proprio. Ma chi  è stato a prendere la parola: Capodicasa? Bosco o Marinello? Gallo o Moscat, Alfano? O….?
Macchè. Nessuno di loro. Ma come è possibile? Ha detto che “… Agrigento, attualmente è tagliata fuori dalle vie di comunicazione aerea, da quelle ferroviarie e stradali”.
Il bello è – si fa per dire – che queste parole non sono state pronunciate né ieri e nemmeno la scorsa settimana o un anno fa. Nemmeno dieci o vent’anni anni fa. Possibile?

Sì, proprio così. A fare queste considerazione, in una sala di palazzo Montecitorio, è il deputato democristiano Giuseppe Sinesio e siamo nel lontano 1968. Ad “ascoltare”, per il Governo, c’era un altro parlamentare “agrigentino”.

E’ Luigi Giglia, sottosegretario ai Lavori pubblici. Per l’esattezza era l’undici gennaio di 42 anni fa. Da allora non è mutato nulla. Quasi mezzo secolo sembra essere trascorso invano. Quanti deputati e senatori, quanti sottosegretari, vice ministri e ministri agrigentini – Lauricella , Mannino solo per citarne un paio – si sono succeduti da allora, sino a giorni nostri con Angelino Alfano. Tutto è rimasto maledettamente uguale a 45 anni fa. Sì, il tempo si è fermato quella mattina dell’11 gennaio del 1968. Sinesio vuole l’aeroporto perché Agrigento, spiega, è attualmente isolata dal mondo. Non ha niente. Niente di niente. Proprio come ora. Quasi mezzo secolo è trascorso invano: niente autostrade e con una rete ferroviaria  da Far West. Da alcuni mesi si può raggiungere Milano, da Roma, in tre ore. Tanto quanto impiegano spesso ancora oggi tanti studenti agrigentini per raggiungere Palermo. E, naturalmente, lo sappiamo tutti, non c’è traccia nemmeno dell’aeroporto. La prima volta che se ne comincia seriamente a parlare avviene più di quarant’anni fa e lo si deve appunto all’on. Giuseppe Sinesio. Qui, dopo avere rintracciato i documenti ed i resoconti parlamentari del tempo, torniamo a riproporre quegli avvenimenti più volte affrontati Basta leggerli, fermarsi solo un attimo a riflettere, per rendersi conto di quanti ciarlatani e venditori di fumo hanno calcato e continuano a calcare la scena a politica agrigentina se ancora oggi qualcuno di loro, senza rischiare di essere preso per bugiardo, potrebbe prendere la parola e dire ciò che 42 anni fa disse l’on. Sinesio: “Un aeroporto collocato nella zona da me indicata sarebbe utile soprattutto per la città di Agrigento, attualmente tagliata fuori, oltre che dalle vie di comunicazione aerea, anche da quelle ferroviarie e stradali”.
PALAZZO MONTECITORIO, ORE 12,30

Correva la quarta legislatura. L’on. Sinesio intervenne nel corso dei lavori delle commissioni parlamentari ai Lavori pubblici ed ai Trasporti che si riunirono, a partire dalle 12,30, in seduta congiunta per discutere di un disegno di legge che prevedeva contributi per il completamento degli aeroporti civili di Palermo-Punta Raisi e di Venezia- Marco Polo.
La seduta fu occasione per approvare un ordine del giorno, presentato dall’on. Crocco, con il quale si invitava il Governo a “desistere da un sistema di interventi saltuari ed inorganici per il miglioramento e l’ammodernamento degli aeroporti civili ed a predisporre un piano pluriennale tecnico- finanziario di stanziamenti destinati al completamento e all’ammodernamento dell’intera rete aeroportuale italiana”.

SINESIO: UN AEROPORTO PER AGRIGENTO

“Nell’associarmi all’onorevole Crocco per quanto esposto nel suo ordine del giorno – che desidererei a mia volta sottoscrivere – vorrei far presente al Governo la necessità di costruire un aeroporto, magari   a una sola pista, nella fascia meridionale della Sicilia. A questo proposito sono già state iniziate delle indagini e degli studi, e vorrei che il Governo ci dicesse a che punto si è giunti in questa direzione. Va tenuto presente che un aeroporto collocato nella zona da me indicata sarebbe utile soprattutto per la città di Agrigento, attualmente tagliata fuori, oltre che dalle vie di comunicazione aerea, anche da quelle ferroviarie e stradali, nonostante che in quella zona stia sorgendo una zona industriale in rapida espansione. Concludendo, ribadisco il mio pieno consenso a quanto esposto dall’onorevole Crocco e vorrei pregare il sottosegretario qui presente di farsi interprete presso il Governo affinché sia a’1 più presto affrontato il problema da me prospettato”

L’IMPEGNO DI GIGLIA

“Dichiaro, disse prendendo la parola il sottosegretario ai Lavori pubblici   Luigi Giglia, di accogliere l’ordine del giorno e mi farò carico di informare i ministri competenti delle segnalazioni pervenute dagli onorevoli colleghi”.

SINESIO DIVENTA SOTTOSEGRETARIO, L’AEROPORTO VIENE FINANZIATO MA I MILIARDI FINIRONO ALTROVE

Il finanziamento arriva tre anni dopo. L’on. Sinesio che nel frattempo era stato nominato sottosegretario al Tesoro nel governo guidato da Emilio Colombo, con un finanziamento complessivo di venti miliardi di lire riuscì a fare inserire anche Agrigento tra le località dove realizzare un aeroporto. Quei miliardi ad Agrigento non sono mai arrivati. Il progetto raccontano fu osteggiato, ostacolato fino a farlo accantonare. Mai e poi mai consentire a Sinesio, di intestarsi a discapito di altri deputati Dc, qualcosa come uno scalo aeroportuale. Meglio niente, che permettere al deputato empedoclino di passare alla  storia.  Il progetto fu così ostacolato e osteggiato. Falso, vero? Chissà. Di certo i miliardi finirono altrove , l’aeroporto non fu realizzato e da allora   sono stati elaborati ben cinque progetti di fattibilità tutti miseramente finiti nel nulla. Con quello di Racalmuto che addirittura ne prevedeva la realizzazione su una collina. E con Agrigento, nel ricordo dell’on. Giuseppe Sinesio, ATTUALMENTE sempre miseramente tagliata fuori, oltre che dalle vie di comunicazione aerea, anche da quelle ferroviarie e stradali.