di Gerlando Gandolfo
“Confusione”: in quanti ricordano il brano lanciato da Lucio Battisti agli inizi degli anni settanta? Fa sempre piacere risentirlo. Poi di questi giorni è proprio d’attualità.
Sì, perché, andrebbe bene come inno del Partito democratico siciliano.
Non ci si capisce più un bel tubo. Hanno gestito male le primarie e stanno gestendo peggio il dopo-primarie.
Tutti consenzienti, hanno stretto – come si sa – l’accordo con Forza Italia per poi annullare tutto, lanciando la candidatura di Angelo Capodicasa che non ne sapeva niente e che non si sarebbe candidato nemmeno sotto tortura.
Ora il segretario regionale Fausto Raciti che fa? Probabilmente, seguendo direttive romane, accoglie l’appello di Lillo Firetto e annuncia il suo appoggio all’attuale sindaco di Porto Empedocle, che conferma tutto: il Pd sarà presente accanto a me mi appoggerà con una lista che avrà il simbolo del Pd.
Ma Capodicasa non è d’accordo e manda a dire a Raciti di non comprendere proprio, riferendosi alle primarie, perché si debba rimettere in discussione il progetto dopo averci lavorato per sei mesi.
E ci si mette pure a contestare la sortita del segretario regionale, il deputato all’Ars Giovanni Panepinto che ha bocciato, senza mezzi termini, la proposta di Raciti su Firetto. Augurandosi che ci sia piuttosto una candidatura credibile, fresca e priva di ogni minima ipotesi di ambiguità. E questo – ha detto – non avviene con Firetto perchè la sua candidatura, ci sia o meno Forza Italia, è sostenuta da pezzi importanti della destra”.
Sono invece con Firetto, dopo l’Ok arrivato da Roma, i Renziani agrigentini che con Antonio Calamita considerano che l’apertura del segretario Raciti nei confronti della candidatura di Lillo Firetto, sia non solo un segno positivo, ma finalmente un percorso che va nella giusta direzione. Ok. perfetto. Macchè.
Una parte consistente del Pd agrigentino non ne vuol sapere del deputato-sindaco e non ha appunto alcuna intenzione di sostenere la candidatura di Firetto, che sembrava vicino ad un accordo con Forza Italia.
Ma Raciti, per appoggiare Firetto ha posto una condizione: sì ad Angelino Alfano, ma soprattutto niente Forza Italia, che potrebbe, il partito di Berlusconi, essere della partita con una lista civica, senza simbolo.
Se non è confusione, questa, cosa è?
Già tanta di quella confusione, che per dirla con Battisti, rischia davvero di “Imbalsamare anche l’ultima e più piccola emozione”.
13 aprile 2015