Claudia Casa: “Vittorio Sgarbi sproloquia sull’ impegno civile di Camilleri”

firetto casa sgarbi“Sgarbi ha la memoria corta”. Così Claudia Casa, candidata ala consiglio comunale di Agrigento a sostegno di Lillo Firetto.

Casa replica a Vittorio Sgarbi, che a proposito di Firetto, dopo avere ricordato che è originario di Porto Empedocle e che è il primo sostenitore della costruzione di un rigassificatore ai piedi della casa natale di Luigi Pirandello e della Valle dei Templi, ha detto che “si vanta del sostegno di Andrea Camilleri e dell’ appoggio politico ed elettorale del ministro Alfano. Penso sia superfluo commentare: si tratta di due illustri personalità che tanto lustro hanno arrecato a se stesse tranne che, anche minimamente, ad Agrigento. Se io fossi ministro dell’Interno allora Agrigento sarebbe la prima città di Italia. E invece è l’ultima”. Sgarbi ha annunciato che sarà ad Agrigento a sostegno della candidatura di Silvio Alessi. 

Claudia Casa è indignata per i giudizi espressi dal critico d’arte allo scrittore Andrea Camilleri: si tratta – dice -di considerazione insultanti nei confronti di un maestro della letteratura contemporanea, orgoglio di tutti i siciliani ed esempio di impegno civile per tutti i nostri giovani”.

Di seguito la nota integrale di Claudia Casa: nessun accenno ai giudizi espressi da Sgarbi nei confronti di Alfano, che sosterrà Firetto nella corsa verso Palazzo dei Giganti. .

Vista la ventata di euforia provocata giustamente in città dal trionfo dell’Akragas nel campionato dilettantistico mi pare conducente utilizzare una metafora calcistica per esprimere profondo disappunto per una campagna elettorale che assomiglia purtroppo ogni giorno di più a quelle partite di pallone in cui, di fronte alla superiorità indiscussa di una delle due formazioni in campo, i giocatori della squadra tecnicamente e tatticamente meno dotata non trovano nulla di meglio da fare che adottare il gioco duro, ricorrendo sistematicamente al fallo ed in alcuni casi anche all’entrata scomposta o a piedi uniti per provare a spezzare le caviglie dell’avversario o a scatenarne quantomeno la reazione.

È questo un modo di portare acqua al proprio mulino che purtroppo non fa onore a chi lo pratica e che, ritornando alla competizione elettorale, è rivelatore di una scarsissima propensione al confronto leale e democratico su contenuti e proposte che la grave situazione di Agrigento reclama a gran voce per risollevarsi, dopo lustri di mediocrità e squallore che rischiano però seriamente di riproporsi se il metodo continuerà ad essere, appunto, unicamente quello della distruzione del gioco altrui per nascondere la propria incapacità.

In questo desolante quadro demolitorio s’inserisce evidentemente alla perfezione una figura discutibile come quella di Vittorio Sgarbi, provocatore per mestiere nei salotti televisivi e con un’esperienza politico-amministrativa in terra siciliana, esattamente da Primo Cittadino in quel di Salemi, che racconta ben altra storia rispetto a quella che, con le provocazioni insultanti profferite da cotanto personaggio nei confronti del maestro Andrea Camilleri, si vorrebbe far passare nelle teste e nelle coscienze degli elettori agrigentini per convincerli a salire sul carro del candidato sindaco Silvio Alessi.

Il professor Sgarbi, sproloquiando sull’impegno civile di Camilleri e parlando della propria personale esperienza di amministratore, evita accuratamente di ricordare a se stesso, ad Alessi (che con evidenza lo ignora o lo ha dimenticato) e soprattutto a noi agrigentini che alla stessa si pose fine il 30 marzo 2012 per decreto dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano nel quale si certificava “la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata”, una permeabilità che “arreca grave pregiudizio per gli interessi della collettività e determina lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale” ed in conseguenza della quale “al fine di porre rimedio alla situazione di grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale, si rende necessario far luogo allo scioglimento del consiglio comunale e disporre il conseguente commissariamento, per rimuovere tempestivamente gli effetti pregiudizievoli per l’interesse pubblico ed assicurare il risanamento dell’ente locale”.

Questo è ciò che raccontano i documenti e le cronache dell’epoca in cui Sgarbi ricoprì la carica di sindaco di Salemi, queste sono le tracce indelebili lasciate dalla sua esperienza di amministratore, di questo, nella terra di Sicilia che ha dato i natali a Livatino, a Falcone, a Borsellino e prima di loro a Peppino Impastato e a Pio La Torre ed a tutte le vittime innocenti della mafia, occorre fare memoria ogni giorno nelle teste e nelle coscienze della gente, proprio come fa nei suoi romanzi e nei suoi scritti il maestro Camilleri, evitando di lanciare epiteti ed offese gratuite e di proporre teoremi accusatori fondati sul nulla contro i propri competitori ed impegnandosi, invece, ad avanzare progetti concreti per un vero, reale cambiamento nel solco della legalità”.