Alla fine si ritrovati solo in quattro al confronto tra i candidati sindaci organizzato da “AgrigentoManifesta”.
Si sono infatti presentati Giuseppe Arnone, Giuseppe Di Rosa, Andrea Cirino ed Emanuele Dalli Cardillo .
Non c’erano Lillo Firetto che, ha annunciato, non parteciperà ad alcun confronto; Marco Marcolin che aveva già comunicato la propria indisponibilità per motivi personali; all’ultimo momento è pure mancato Silvio Alessi, per motivi di salute.
Sulla partecipazione al confronto ARNONE in una nota evidenzia il grande nervosismo che caratterizza il principale schieramento avversario quello di Firetto, a fronte dei consensi che acquisisce l’unico candidato della sinistra.
Arnone ha affrontato le problematiche legate al Consorzio Universitario, ove – dice – incredibilmente i grandi sponsor di Firetto, Roberto Di Mauro ed Angelino Alfano, hanno nominato al vertice del consorzio un illustre sconosciuto maltese, tale Joseph Mifsud, che ha posto in essere un autentico disastro economico e amministrativo. Il CUPA è stato prossimo alla chiusura per via di una gestione condotta con sperperi ed imbrogli con un buco di 9 milioni di euro.
Arnone ha pure affrontato le tematiche riguardanti acqua e depurazione
ANDREA CIRINO Purtroppo qualche candidato non ha partecipato all’incontro.
Ritengo che in un momento come questo, bisogna guardare alle esigenze di tutti, confrontarsi, evitando di pensare che le elezioni si possano ancora vincere con i partiti e gli apparati senza tenere conto delle esigenze della collettività.
Risulta, a mio giudizio, necessario guardare in faccia tutti e assumerci la responsabilità di fronte la cittadinanza e la collettività a tutti i livelli, senza pensare di svignarsela solo per evitare di portare a casa qualche brutta figuraccia.
Io ho preso un impegno con la città è con i miei concittadini e cercherò di portarlo a termine mettendoci la faccia ed il cuore
Per DALLI CARDILLO, del Movimento 5 stelle, i fondi per l’amministrazione della città devono essere reperiti “eliminando i premi letterari da 30mila euro”, per DI ROSA le risorse devono essere prese da una tassa di soggiorno e da “5mila case fantasma che ad Agrigento non pagano le tasse”.