ARNONE SCRIVE A PREFETTO E QUESTORE: TUTELATE LA MIA VITA E QUELLA DI PAOLO FERRARA

IMG-20150502-00121 - CopiaGiuseppe Arnone ha inviato una lunga lettera al questore ed al prefetto di Agrigento:  dove dopo avere analizzato il voto che ha portato alla vittoria di Lillo Firetto, chiede che venga poste in essere da parte degli organi di Stato  quanto necessario per tutelare la sua vita e quella dell’ex sindaco di Porto Empedocle, Paolo Ferrara.

Di seguito alcuni passi della lettera.

“Oggi parte un treno, ed è il peggiore dei treni possibili. Le prime considerazioni che propongo riguardano il risultato elettorale della città e non sono le più importanti.

Le considerazioni più importanti sono quelle che riguardano l’appartenenza di Agrigento allo Stato italiano e alle regole e alle leggi contro la mafia e contro la corruzione.

Il risultato elettorale è chiaro: con Firetto stavano tre degli ultimi quattro ex sindaci che hanno devastato la città, l’On. Roberto Di Mauro, Aldo Piazza, Marco Zambuto.

Con Firetto stavano tutti i Parlamentari del centro destra che hanno governato questa città nell’ultimo quarto di secolo, con l’eccezione di Michele Cimino.

Con Firetto stavano dodici dei Consiglieri Comunali uscenti sotto inchiesta per lo scandalo delle commissioni fasulle.

Due terzi della città di Agrigento si ritrova ad esprimere un voto unicamente clientelare a beneficio delle sette liste per duecentodieci candidati al Consiglio Comunale che appoggiano Firetto.

In una città devastata dal malaffare e dalle ruberie non esiste nessun voto d’opinione, di ribellione, di protesta.  I tre Candidati che potevano interpretare, seppure in modo diverso il voto di protesta e di indignazione , Marcolin, Dalli Cardillo, Arnone, ottengono complessivamente molto meno del 20 %.

La città dunque ha operato, fotocopiando i vecchi meccanismi del voto democristiano degli anni ’80, una scelta di piena continuità con l’Agrigento della clientela, degli scandali, del malaffare.

Da questo punto di vista, il risultato porta Agrigento nuovamente appunto trent’anni indietro.

Segue la parte della lettera in cui Arnone chiede che venga tutelata la sua  vita e quella di Paolo Ferrara.

“Come è pure pacifico l’interesse di Cosa Nostra e del suo Capo storico Gerlandino Messina per il rigassificatore di Porto Empedocle. La Dda di Palermo ha inviato persino avvisi di garanzia per favoreggiamento in mafia   e ha sequestrato  il cantiere del rigassificatore  per tali ragioni.

A tali pacifici fatti di corruzione, che in un posto normale avrebbero già comportato le manette   si aggiungono  altri  enormi e gravissimi vicenda.

Signori Questore e Prefetto, oggi è partito il peggiore dei treni. Io non intendo arretrare. A ventidueanni ero nella camera ardente di Pio la Torre, a trenta all’obitorio con Livatino, ho conosciuto e frequentato Paolo Borsellino, i pentiti raccontano che la mia vita in più occasioni è stata vicinissima dall’essere spezzata. Amo la mia Sicilia e non intendo recedere.

Pur rendendomi conto dei rischi che adesso corro, essendo il maggior ostacolo al Sistema di Malaffare con collusioni e frequentazioni mafiose che si insedia al Comune di Agrigento, pur rendendomi conto dei rischi che adesso corro perché porrò in essere un’attività continua per costringere Autorità Giudiziarie riottose e infingarde, come quella di Agrigento, ad adottare i provvedimenti doverosi, pur rendendomi conto dei rischi che corro perché non intendo stancarmi nel chiedere alla DDA di Palermo di dare corso alle testimonianze e agli atti già acquisiti sulle collusioni del rigassificatore e al Comune di Porto Empedocle ( vedi in primis testimonianze di Paolo Ferrara, che vive scortato ).

Chiedo – conclude Arnone – agli Organi dello Stato di attenzionare adeguatamente il diritto all’incolumità fisica e alla vita del sottoscritto e del signor Paolo Ferrara, che mi risulta essere estremamente esposto, come adesso lo sono io, in relazione a tutte le situazioni che fanno capo agli interessi mafiosi di Porto Empedocle, agli interessi mafiosi che ruotano attorno al rigassificatore e  agli interessi criminali e delittuosi” .