MACCALUBE, FONTANA: PERCHE DIMETTERMI? I FRATELLINI MORTI COME IN UN INCIDENTE STRADALE

 

macalubedi Gerlando Gandolfo

In tanti in queste ore – dopo l’invio degli avvisi di garanzia per cooperazione in omicidio colposo  plurimo – stanno chiedendo   le dimissioni  di  Mimmo Fontana.

Noi abbiamo raccontato i fatti e basta. Siamo stati i primi a chiedere a Firetto cosa ne pensasse.

Il sindaco  ha  risposto che è un garantista, e poi  – ha detto – è una vicenda che non riguarda fatti amministrativi (!?).  Fontana,  per Firetto,  può restare al suo posto. Basta non essere indagati per reati di natura amministrativa e si può quindi far parte – senza problemi –  della giunta Firetto. Contento lui…

Ma sentire oggi Fontana – nel tentativo di difendere ad ogni costo le sue mancate dimissioni – che paragona l’evento che ha causato la morte dei  fratellini ad un incidente stradale –  beh, qualche riflessione va fatta,  perché  forse  gli stessi protagonisti – da Firetto a Fontana –  non si sono forse resi conto di cosa è accaduto, tanto  da avventurarsi, Fontana,  ora  in paragoni improponibili e inopportuni.

Dice Fontana ad AgrigentoNotizie:

“E’ una accidente che può capitare a tutti”. Si, proprio così. Ma non è finita.

Pensando, di offrire una giustificazione per  quanto tragicamente accaduto, precisa :  è come  un incidente stradale.   Che può capitare a tutti.

“Cosa fai – aggiunge  Fontana- ti dimetti per un incidente stradale?”.

Ma non si è tratto di un incidente stradale!

Ma poi,  se uno si mette alla guida di un’auto senza freni e con i copertoni lisci, non rispetta limiti e strisce pedonali   e poi fa un incidente stradale con una paio morti, non se può uscire dicendo che un incidente stradale con due morti può capitare a tutti.

La riserva – se vogliamo paragonarla come fa Fontana ad una vettura – secondo la Procura non aveva i freni a posto ed i copertoni erano lisci.

Secondo quanto avrebbero infatti accertato  gli inquirenti  la Riserva della Maccalube sarebbe stata infatti priva dei  parametri di sicurezza previsti dalla legge ed  esistenti in altre riserve analoghe in Italia. Ed ancora non ci sarebbero  state passerelle,  cordoni di sicurezza,  area di sosta o avvisi a tutela dei visitatori.

Il finale di Fontana: Questa è una tragedia gravissima, ma che non c’entra con il mio ruolo?

Forse, qualcosa, c’entra.  Fontana andrà a svolgere  – se Firetto non cambia idea –  un ruolo di grande responsabilità:  da  “amministratore” della riserva Maccalube dove si è consumata la tragedia,  l’ambientalista andrà ad  “amministrare”  la  città con Firetto.

Cosa dire, speriamo bene.

Fontana  ha  anche detto che non ha alcuna intenzione di dimettersi perché  si sente estraneo da qualsivoglia responsabilità.  Sono – dice – sicuro di poterlo dimostrare. E noi glielo auguriamo.

Ora, però, forse bastava limitarsi a  dire solo questo ed aspettare con serenità gli esiti dell’inchiesta.

Che c’entrano l’incidente stradale e l’accidente che possono capitare a tutti? Paragoni  irrispettosi soprattutto  verso chi ancora piange i due fratellini.

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NOTA DI LEGAMBIENTE
Da due giorni sui giornali si legge la notizia delle iscrizioni nel registro degli indagati per l’incidente avvenuto alle Macalube di Aragona. Da due giorni, sulla gran parte delle testate online permane l’errore – nei titoli e negli articoli – che riconduce tutti gli indagati, e quindi l’eventuale responsabilità di quanto accaduto, esclusivamente a Legambiente Sicilia.
Certi di fare un utile servizio alla corretta informazione, ribadiamo ancora una volta quanto già dichiarato nel nostro comunicato stampa del 3 giugno: Domenico Fontana è responsabile dell’ente gestore Legambiente, mentre Francesco Gendusa è il dirigente del Servizio Aree protette della Regione Siciliana, ente che ha istituito la Riserva e che ne è proprietaria.