RIFIUTI, LA CIGL REPLICA A FIRETTO E FONTANA: ACCUSE FALSE E INFAMANTI PRONTI UN ESPOSTO IN PROCURA E UNA QUERELA

CGIL FIRETTO Finirà davanti ai giudici lo scontro, sui rifiuti e sul licenziamento dei 21 netturbini, tra la Cgil ed il sindaco Lillo Firetto con l’assessore all’ambiente Mimmo Fontana.

I vertici della Cgil agrigentina, con il segretario provinciale Massimo Raso ed il responsabile della Funzione Pubblica, Alfonso Buscemi,  hanno  annunciato che con i legali  stanno valutando se querelare Firetto e Fontana con riferimento alle loro recenti   accuse defenitite “velenosissime, false e infamanti”.

Hanno comunque anticipato che sicuramente presenteranno un esposto alla Magistratura.
Insomma ne vedremo delle belle.

 

Il testo integrale della irissima nota di Raso e Buscemi

 

A rimanere basiti siamo noi!

Abbiamo letto, sgomenti, la velenosissima nota del Sindaco Firetto e dell’Assessore Fontana e, ovviamente, non possiamo far cadere così accuse tanto infamanti quanto false alla nostra organizzazione, per questo oltre a dare mandato ai nostri Legali di valutare gli estremi per una querela, abbiamo deciso di chiedere formalmente alla Magistratura – con un esposto – di valutare l’intera questione e verificare la legittimità di atti e comportamenti di ognuno.

La storia della Funzione Pubblica e della CGIL è una storia di trasparenza e legalità e nel nostro agire abbiamo come unica “stella polare” l’interesse dei Lavoratori che rappresentiamo, l’accusa di essere Noi a tutelare gli interessi delle Aziende è non solo falsa ma ridicola!

Per Noi parlano le carte, le innumerevoli note che in tutti questi anni, sulla “questione rifiuti” abbiamo prodotto, Firetto e Fontana, operando uno spericolato ribaltamento della verità pensano di poter scaricare sul Sindacato responsabilità che sono proprie degli Amministratori Comunali non potendo rivendicare, peraltro, alcuna “verginità” essendo stato Firetto uno di quelli che hanno scelto gli Amministratori di GESA AG 2 e, quindi, corresponsabile di tutte le scelte amministrative compiute sia nell’ATO che nel Comune che prima dirigeva.

Non è, infatti, la CGIL che ha deciso per 6 anni di prorogare il servizio all’A.T.I.; non è la CGIL che ha fatto il Bando e non è la CGIL che deve vigilare e pretendere che le previsioni e gli impegni che si chiedono agli aggiudicatari debbano essere rispettati!

Nel caso specifico, il nostro unico assillo è stato come evitare che 21 Operatori Ecologici potessero pagare il prezzo del mancato rispetto delle norme che prevedono la “salvaguardia dei livelli occupazionali”, preoccupazione che – evidentemente – non hanno né Firetto né Fontana per i quali va bene anche il “sacrificio” di questi 21 posti di lavoro.

Il Comune, infatti, non ha, fin qui, saputo imporre all’A.T.I. il rispetto del capitolato: per questo abbiamo chiesto il “commissariamento”!

E prima di farlo abbiamo fatto tante altre proposte, fino ad arrivare a proporre come “via d’uscita” la soluzione dell’Art. 311 del DPR 207/10 ed oggi ci vediamo accusati di “fare gli interessi dell’Azienda” o di proporre una palese illegittimità?

E’ verissimo che questo bando è figlio della gestione commissariale, ma appena è emerso in tutta la sua gravità che ci sarebbe stata questo “effetto collaterale” della perdita (per noi inaccettabile) di 21 posti di lavoro, cosa ha fatto l’Amministrazione Comunale?

Anche Noi vogliamo “un sistema di gestione integrata di rifiuti fondato sulla raccolta differenziata” o avere un “servizio a costi accettabili”, ma questo cosa c’entra col fatto che si debbono sacrificare 21 posti di lavoro?

Può fare la predica sulla differenziata Firetto che nei lunghi anni di gestione di Porto Empedocle non è riuscito a schiodare il Suo Comune dall’1,2% (!!!) uno dei valori più bassi della provincia?

Non era il Sindacato che doveva misurare e sanzionare le percentuali di differenziazione dei Comuni, ma siamo certamente Noi che in questi anni abbiamo spinto in favore di una maggiore differenziazione, sia per ragioni ambientali che per cercare di alleggerire le esosissime bollette della tassa sui Rifiuti.

Pertanto, le accuse le rispediamo per intero al mittente e ci auguriamo che ci possa essere un organo che, sostituendosi all’inoperosità dell’Amministrazione Comunale, possa far rispettare le norme, a cominciare da quella legata alla salvaguardia dei livelli occupazionali.

Per Noi questo era e resta il problema: non ci faremo trascinare in polveroni inutili che sviano dal reale problema che sono e per Noi restano i 21 licenziati che da oltre un mese presidiano, giorno e notte, davanti al Comune e ai quali occorre dare una risposta positiva.

 LA NOTA DI FIRETTO  E FONTANA

A leggere la nota che oggi la CGIL Funzione Pubblica ha inviato all’assessore Contrafatto si rimane letteralmente basiti. Basiti perché contiene plateali falsità, clamorose “erronee interpretazioni” delle norme, nonché la richiesta di commissariamento della prima amministrazione della storia della città di Agrigento che stia provando a tutelare gli interessi dei cittadini piuttosto che quelli delle imprese che svolgono i servizi di pubblica utilità. Che sia proprio questo il problema?

Cominciamo, dalle falsità.

La CGIL, così come tutti gli altri sindacati, ha avuto modo d’incontrare più volte l’amministrazione per affrontare il tema facendo le proprie proposte: gli incontri formali (quelli informali li lasciamo fuori dalla contabilità) sono stati quattro presso Palazzo di Città e tre presso il tavolo di crisi indetto dalla Prefettura di Agrigento. In quelle sedi, le proposte della CGIL, incredibilmente coincidenti con quelle delle aziende che hanno vinto la gara, sono state valutate dall’amministrazione come si è fatto con tutte le altre. Non sono state ritenute praticabili per ragioni che andavano dall’inopportunità all’ illegittimità. In ognuna di quelle occasioni l’amministrazione di Agrigento ha esplicitamente chiarito tali valutazioni e ha ribadito la decisione di tutelare al contempo, la legalità, l’interesse dei cittadini agrigentini ad avere un servizio efficiente a costi accettabili, nonché la tutela del posto di lavoro degli operatori ecologici.

L’ultima proposta della CGIL, che ancora nella nota odierna si ribadisce, è impraticabile perché “interpreta erroneamente” la norma citata. Nel caso in specie, infatti, non vi è alcun fatto imprevisto che possa giustificare una variante, a meno che non si voglia intendere come tale l’elezione di un’ammnistrazione che è convinta assertrice della necessità di dotare prima possibile la città di un nuovo sistema di gestione integrata dei rifiuti fondato sulla raccolta differenziata. Come è stato più volte spiegato alla CGIL, così come alle aziende in occasione degli incontri in prefettura, aderire a tale proposta coinciderebbe con il commettere una palese illegalità.

Addirittura surreale è la richiesta di commissariamento per “riportare alla legittimità gli atti posti in essere dal Comune di Agrigento”. Ogni cittadino, e quindi anche le organizzazioni sindacali, hanno l’obbligo civile di rivolgersi alla magistratura quando ritengono che sia stati compiuti atti illeciti o illegittimi. In quest’ultimo caso, prima ancora che all’assessore Contrafatto, la CGIL avrebbe dovuto rivolgersi alla magistratura amministrativa. Non ci risulta che l’abbia fatto. Così come non ci risulta che prima d’ora abbia mai richiesto un intervento della Regione per il mancato rispetto delle percentuali minime di raccolta differenziata nella città di Agrigento. Stranamente succede adesso che c’è una nuova amministrazione da soli tre mesi. Un’amministrazione che non ha alcuna responsabilità nelle scelte fatte dal commissario che ha indetto la gara e che sta già alacremente lavorando per portare la raccolta differenziata domiciliare in tutta la città. Dovremmo ritenere che la CGIL non sapeva che il raggiungimento di percentuali del 65% di raccolta differenziata è un obbligo dal 1997 (decreto Ronchi), dal 2006 (codice ambientale) e poi ancora dal 2010 (LR 9/2010). Oppure giungere alla conclusione che si tratta di attacchi tanto velleitari quanto strumentali, ma soprattutto non utili per gli operatori ecologici licenziati perché si rivolgono all’interlocutore sbagliato.

Le aziende che hanno vinto la gara hanno fatto un ribasso d’asta enorme, il 35%, è solo per questo si trovano oggi in difficoltà nel mantenere i precedenti livelli occupazionali. L’amministrazione ha già più volte contestato tale circostanza e farebbe bene la CGIL a fare lo stesso (allineandosi agli altri sindacati ) piuttosto che portare avanti strumentalmente proposte prive di sbocchi reali, oltre che di logica.