ACQUA PUBBLICA, DA FIRETTO UNA DELIBERA ALL’ACQUA DI ROSE

acqua pubblica Acqua pubblica? Sta calamitando una valanga di dure critiche la delibera approvata dalla giunta comunale di Agrigento presieduta dal sindaco Lillo Firetto.
Una delibera che dice e non dice, che lascia e non lascia intendere: un provvedimento che sembra fatto apposta – secondo molti – per lasciare le cose così  come sono. Altro che acqua pubblica.
E così si è scatenata l’opposizione contro il sindaco che a parole sostiene di essere  a favore dell’acqua pubblica, mentre poi quando c’è da mettere il tutto nero su bianco, tutto diventa fumoso, indecifrabile.
Insomma una delibera e un sindaco… all’acqua di rose

WILLIAM GIACALONE, CONSIGLIERE CIOMUNALE DEL PDR

Il Sindaco di Agrigento spieghi alla città la sua azione che porti alla gestione pubblica dell’acqua.
La dichiarazione contenuta nella famosa delibera di Giunta non fa un passo avanti rispetto a quello che da almeno un millennio conosciamo: l’acqua è pubblica.
Grazie Sindaco Firetto ma così non fai fare un passo avanti alla città.
Vogliamo conoscere il percorso che l’Ente vuole intraprendere per portare finalmente la gestione pubblica dell’acqua e per fare ciò non basta dire che l’acqua è cosa pubblica.
Esiste un testo concordato da molte amministrazioni comunali della provincia di Agrigento, alla cui stesura hanno anche partecipato due rappresentanti della giunta Firetto, e che è stato approvato da molti consigli comunali, ma non è stato spiegato il perché la sola giunta Firetto abbia stravolto il testo scegliendo un percorso solitario che appare in totale continuità con l’attuale gestione del servizio idrico.
Dica Firetto che, per i suoi buoni motivi, preferisce l’attuale gestione privata dell’acqua.
Personalmente ritengo che le cose possano e debbano cambiare per cui presenterò in consiglio comunale, in alternativa alla delibera della giunta, lo stesso testo votato da altri consigli comunali della provincia così, al momento del voto,si farà una operazione verità su chi è a favore dell’attuale gestione privata del servizio idrico e chi invece lavora affinchè le cose possano cambiare per poter tornare ad una gestione più equa e solidale di un bene primario quale l’acqua.

GRUPPO CONSILIARE “UNITI PER LA CITTA’”
Giuseppe Picone ( capogruppo) e i consiglieri Angelo Vaccarello e Pasquale Spataro

“Noi siamo per la gestione pubblica del servizio idrico, ma detto questo, la serietà ci impone di dire come stanno realmente le cose: oggi, sulla base delle leggi nazionali e comunitarie, sarebbe come progettare la realizzazione di un castello sulla sabbia. E allora bisogna essere seri e non fare demagogia”.
E’ la posizione assunta, in aula, dal gruppo consiliare “Uniti per la Città” in occasione della seduta di ieri sera quasi interamente dedicata alla questione acqua, alla luce della riforma varata dall’Assemblea Regionale Siciliana.
“Partiamo proprio da Palermo – spiegano Giuseppe Picone, capogruppo, e i consiglieri Angelo Vaccarello e Pasquale Spataro – alcuni passaggi della normativa, confezionata non certo in modo impeccabile alla Regione, sono oggetto di attenzione del governo nazionale che quasi certamente, come ha fatto intendere, provvederà ad impugnare, perché ritenuti incostituzionali. Il testo licenziato dell’Ars contrasta non solo con la legge cosiddetta “Galli” – osservano i tre consiglieri comunali di Uniti per la Città – ma anche con la legge comunitaria che detta proprie condizioni e ne richiede l’osservanza, come quella, ad esempio, che l’acqua ha rilevanza economica. E nelle opzioni di affidamento del servizio indica prioritariamente che si proceda con gara pubblica, in seconda battuta con la formula della gestione mista e, nel caso in cui le due ipotesi siano economicamente meno vantaggiose, si arrivi alla conduzione in house. In quest’ultima fattispecie ci si deve porre l’importante interrogativo: il Comune di Agrigento è nelle condizioni, dal punto di vista finanziario, di sostenere l’onere della gestione e della manutenzione del servizio idrico integrato? Oggi, scorrendo le poste di bilancio, ci sembra quasi un’utopia. Ed ancora, al di là delle parole, si è nella posizione di potere divincolarsi giuridicamente dalla società privata, che attualmente, in forza di un contratto pluridecennale, si occupa di questa attività? E ammesso e non concesso che queste risposte siano positive, saremo certi che il costo dell’acqua subirà una sensibile riduzione? E allora serve un’analisi attenta, analitica, dettagliata dello stato delle cose, capire e approfondire meglio le normative di riferimento, a vario livello, prima di esibirsi in facili, ma inutili e dannosi, spot propagandistici. La campagna elettorale è finita ormai da un bel pezzo: al consiglio comunale e alla giunta, che ha approvato una delibera a nostro avviso dai contenuti incerti, il compito di studiare bene i documenti e di fare poi pressing sui parlamentare regionali, nazionali ed europei affinché si arrivi ad un risultato condiviso che possa realmente cambiare le carte in tavola e avviare un nuovo modello di gestione del servizio idrico integrato Altrimenti faremo solo e soltanto chiacchiere per illudere la gente – concludono Picone, Vaccarello e Spataro – Noi non ce la sentiamo di prendere in giro i cittadini, ai quali dobbiamo dare conto e dire sempre e comunque la verità”