Sta facendo discutere l’ordinanza del sindaco Lillo Firetto che vieta l’ingresso al Comune e al Teatro Pirandello alle donne che indossano abiti succinti. Mentre per gli utenti di sesso maschile Firetto fa una dettagliata elencazione dei capi vietati (canottiere, pantaloncini a gamba corta, bermuda, pinocchietti e sandali) per le donne il divieto scatta quando si indossano abiti succinti.
Troppo generico: chi decide cosa è “succinto” oppure no? Bastava – come si è fatto con il “sesso maschile” essere più precisi elencando capi vietati e misure di gonne e decolté ? Ma forse si sarebbe caduto nel ridicolo ancor di più.
Addirittura qualcuno ha suggerito – d’accordo con l’ordinanza di Firetto – che in Municipio devono entrare solo le donne che hanno le spalle coperte e la gonna al ginocchio. Ed era davvero convinto di quello che diceva.
Non c’è che dire, Firetto per i suoi fans, rischia di diventare, come il Papa, infallibile.
“Ma c’è chi, come Elio di Bella, esponente di Cinque Stelle che prendendo spunto dall’ordinanza pone altri interrogativi?
“Che cosa è volgare ad Agrigento ? Il generoso decoltè della turista in visita al teatro comunale o il netturbino che raccoglie l’immondizia senza guanti e mascherina ?
La scollacciata camicia del tedesco in visita al museo comunale che svela il petto “impellicciato” o il vigile urbano che non ha abbigliamento adeguato per affrontare la giornata di pioggia ?
La giovane inglesina che entra in un ufficio comunale con un’audace minigonna o il capobastone della partitocrazia ladrona che sale le Scale in giacca e cravatta per concordare appalti e sistemare amici ?
E’ più volgare il turpuloquio del disoccupato incazzato che protesta davanti al Comune o il controllato e edulcorato linguaggio dell’amministratore che con perfetti congiuntivi vi prende per il cu..o? “.
E’