OPERAZIONE ANTIMAFIA, IN CARCERE BOSS E FIANCHEGGIATORI: NEL MIRINO IL RIGASSIFICATORE

Operazione antimafia in provincia di Agrigento.
Gli agenti della squadra mobile agrigentina hanno eseguito tredici misure cautelari: 6 le persone finite in carcere; 3 agli arresti domiciliari mentre 4 sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Sono tutti accusati a vaANTIMAFIA ICAROrio titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di droga. Sono i vertici e i fiancheggiatori delle famiglie mafiose di Agrigento e Porto Empedocle.
Secondo gli inquirenti in carcere sono finiti i nuovi vertici della “famiglie” mafiose di Agrigento e Porto Empedocle
Gli inquirenti hanno spiegato che le persone coinvolte nell’operazione, denominata “Icaro” avrebbero tentato di condizionare alcune opere, tra cui il costruendo rigassificatore di Porto Empedocle, e perfino i trasporti con Lampedusa e la ristrutturazione di alloggi popolari.
In carcere sono finiti Antonino Iacono, 61 anni, indicato come il capo della “famiglia” di Agrigento; Francesco Messina, 58 anni, presunto capo della “famiglia” di Porto Empedocle; Francesco Capizzi, inteso “il milanese”, 50 anni; Francesco Tarantino, inteso “Paolo”, 29 anni; Gioacchino Cimino, 61 anni, di Porto Empedocle, e Giuseppe Picillo, 53 anni, di Favara.
Il Gip di Palermo ha disposto invece gli arresti domiciliari per Pietro Campo, 63 anni, di Santa Margherita Belice ; Giacomo La Sala, 47 anni, anche lui di Santa Margherita Belice e per Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale (Pa).
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Vito Campisi, 45 anni, e Antonino Grimaldi, 49 anni, entrambi di Cattolica Eraclea ; Santo Interrante, 34 anni, e Gaspare Nilo Secolonovo, 47 anni, di Santa Margherita Belice