PALATENDA, L’ULTIMO FLOP DA 44 MILA EURO E’ SERVITO: CHE IDEA!

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Nemmeno Archimede Pitagorico avrebbe pensato – per gli spettacoli della Sagra del Mandorlo in Fiore – ad un Palatenda da installare in piazza Vittorio Emanuele.

Ed il tutto per la non indiferente somma di 44 mila euro. Si proprio così:44 mila euro.
Pur se stravagande il noto personaggio di Walt Disney è sin troppo geniale – appunto anche nella sua stralunatezza – per “partorire” una tale corbelleria.

Putroppo non abbiamo a che fare con un cartone animano. E’ la triste realtà, l’ennesimo flop dell’amministrazione comunale che dimostra alla luce anche del “NO” della commissone spettacoli che c’è stato – secondo i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil – troppo pressapochismo e molta superficialità nel redigere un bando che ha previsto la costruzione di un Palatenda – nonostante il Palacongressi – collocato nel posto meno adatto per ospitare 500 persone.

Di confusione operativa parla anche il presidente di Confcommercio Agrigento, Francesco Picarella, che ricorda al sindaco Lillo Firetto che c’era e c’è bello e disponibile il teatro Pirandello che ha la medesima capienza del palatenda ed ha sempre dato garanzia di eccellenza.
Già, che senso ha spendere tanti soldi per una struttura -pure brutta a vadersi, insomma un  pugno nello stomaco  – bocciata per giunta dalla Commissione spettacoli da collocare nel cuore della città pur disponendo del “Pirandello”?
Ci hanno raccontato che c’è tanto nervosimo per la figuraccia che l’amministrazione comunale ha rimediato. Sarebbero volate parole grosse. Ma la frittata ormai è bella e servita. E resterà sempre una frittata, una soluzione pasticciata, confusionaria,  anche dopo che si rimedierà ai rilievi della commissione spettacoli.
Ma a chi è venuta l’idea? E che fine farà la struttura?

L’intervento del presidente di Confcommercio Agrigento, Francesco Picarella.
“Alla luce del mancato rilascio da parte della commissione pubblico spettacolo dell’agibilità del ‘Palatenda’ di Piazza Vittorio Emanuele, è necessario fare una analisi di tale situazione dal punto di vista pratico. La Sagra del Mandorlo in Fiore è un evento straordinario, che ci invidia il mondo intero, e va programmato e progettato tenendo conto di una moltitudine di variabili. Una fra queste l’incidenza e le difficoltà che potrebbero derivare sull’organizzazione del sistema viario, sui parcheggi, sui servizi trasporto pubblici ecc. Importante lo sforzo che l’amministrazione comunale sta facendo per la migliore riuscita della manifestazione, ma se già discutibile era la scelta di prevedere una tensostruttura con la capienza di circa 600 posti nel pieno centro città, ancor più è l’imbarazzo nel constatare che non è concesso il suo utilizzo. Ci domandiamo: cosa abbia potuto spingere l’organizzazione nel fare questa scelta, visto che comunque il teatro Pirandello ha la medesima capienza del palatenda ed ha sempre dato garanzia di eccellenza? Nell’immaginare la risposta, purtroppo oggi, dobbiamo fare una considerazione non soltanto analitica sul costo della struttura, che è di circa 44mila euro come da bando, ma occorre anche esaminare la ricaduta economica sul territorio; una ricaduta che grazie alla naturale predisposizione che generano i grandi eventi sul territorio, a causa del non utilizzo della struttura, si è trasformata nella difficoltà degli esercenti del centro città che hanno visto diminuire il loro guadagno a seguito della mancanza di parcheggi e del relativo introito da parte del Comune dei ticket, oltre al mancato incasso degli eventi in programma, e l’inevitabile danno di immagine. Una confusione operativa, amplificata dal mancato coordinamento con le associazione di categoria e dei semplici cittadini; operatori del commercio e del turismo che svolgono un ruolo essenziale ed insostituibile, mentre purtroppo vengono ancora una volta trattati come semplici ospiti, a cui si danno delle mere comunicazioni, peraltro tardive e del tutto inadeguate. Un atteggiamento della burocrazia e della politica che tende a chiudersi dentro le segrete stanze, considerando gli imprenditori nemici da abbattere, dimenticando che invece sono alleati da ascoltare nelle piccole e grandi necessità che ha questa città. Una inspiegabile chiusura che non ha ragione di esserci, visto che la partita la sta giocando una intera città e si chiama futuro”.