OMICIDIO GUAZZELLI, NEL GIORNO DELL’ANNIVERSARIO CONFISCATI BENI AI CAPIZZI

guazzelli

 

guazzelli anni 2016 Nel  giorno del 24° anniversario  dell’assassinio ad Agrigento del maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli la Dia  ha confiscato a Simone «Peppe» Capizzi, 73 anni,  in carcere con l’accusa di essere il mandante del delitto,   dieci terreni e tre immobili del valore di 800 mila euro intestati a lui e al figlio Giuseppe, 50 anni, anch’egli detenuto.

La commemorazione è avvenuta nella basilica di San Calogero.  A celebrare la santa Messa è stato il   Cappellano Militare dell’Arma dei Carabinieri (Don Salvatore Falzone) una Santa Messa presso il Santuario di San Calogero di Agrigento, alla quale hanno partecipato la vedova Guazzelli, Sig.ra Maria Caterina Montalbano, il Generale di Corpo d’Armata Silvio Ghiselli (Comandante dell’Interregionale Carabinieri “Culqualber” di Messina), il Generale di Brigata Riccardo Galletta (Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia” di Palermo), il Comandante Provinciale Carabinieri di Agrigento, il Prefetto, il Sindaco di Agrigento, il Questore, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Comandante della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco ed altre autorità locali, civili e militari.

A seguire –al  viadotto Morandi, luogo dell’agguato – si è tenuta una breve cerimonia commemorativa suggellata dalla deposizione di una corona di alloro, offerta dall’Amministrazione Comunale di Agrigento.

In mattinata  presso la Sala Briefing del Comando Provinciale Carabinieri di Agrigento ed alla presenza del Prefetto – è stato proiettato un film-documentario sulla figura del militare vittima del dovere, alla cui visione hanno partecipato, in rappresentanza dell’Istituto Comprensivo “Agrigento-Centro”, circa 40 studenti delle classi 3e di scuola media inferiore, accompagnati dal rappresentante del Provveditore agli Studi di Agrigento e da alcuni docenti.

I provvedimenti di confisca nei confronti dei Capizzi  emessi dalla prima sezione penale del tribunale di Agrigento, seguono le indagini economico-patrimoniali delegate alla Dia dalla Dda di Palermo dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia. L’ascesa mafiosa di Capizzi senior coincide con l’uccisione del boss del suo paese, Ribera  Carmelo Colletti, avvenuta nel luglio 1983.

guazzeFu allora che scalò i vertici su ordine di Salvatore Riina e dei rappresentanti degli altri mandamenti mafiosi della provincia di Agrigento. Il figlio Giuseppe è stato arrestato nel luglio 2006, su richiesta della Dda di Palermo, poiché indagato, in concorso con altri, per associazione mafiosa e condannato in due distinti processi a 8 anni e poi a 10.
Di rilievo, nel corso delle indagini, anche i pizzini sequestrati a Bernardo Provenzano e ad Antonino Giuffrè, poi divenuto collaboratore di giustizia, sul conflitto sorto tra Giuseppe Capizzi e Giuseppe Grigoli, imprenditore trapanese considerato prestanome del latitante Matteo Messina Denaro.

guazzelI contrasti tra i due erano sorti su un debito di Capizzi nei confronti di Grigoli per forniture alimentari al punto vendita Despar di Ribera. Per dirimere la questione i capi della mafia  di Agrigento e Trapani avevano chiamato in soccorso Provenzano. Nei primi anni ’90 alcuni intestatari dei beni avevano venduto o promesso in vendita alla famiglia Capizzi, tramite scritture private non registrate e senza formalizzare, la compravendita degli immobili oggi confiscati. Un’operazione che doveva servire a evitare eventuali sequestri.