COMMISSIONI, 5 STELLE CONTRO LA CATALANO: “NON C’E’STATA DEMOCRAZIA” DI BELLA: IL CONSIGLIO QUASI UN BIVACCO DI MANIPOLI DEI CAPI PARTITO

carlisi la scala di bella2Il movimento 5 Stelle con in testa i due consiglieri Marcella Carlisi  e Marcello  La Scala e  con  Elio Di Bella  durissimi  con la presidente del consiglio  Daniela Catalano e contro maggioranza per le procedure seguite nel formare le commissioni consiliari.

Per i Grillini  è a rischio in seno al consiglio la democrazia.

Addirittura Elio Di Bella ricorda che   Mussolini arrivò a dire che  se avesse voluto avrebbe potuto fare del Parlamento  un bivacco per i propri manipoli. “Se non siamo a questo punto, non ne siamo però neppure molto lontani: per i capi della partitocrazia locale,   il consiglio comunale di Agrigento non è un organismo di discussione, di dialogo sul merito delle scelte, ma l’esecutore dei loro desiderata”.

  ELIO  DI BELLA

elio di bellaE’ a dir poco allarmante –  scrive Elio Di Bella –  per chi ama la democrazia e intende difenderne i principi e le regole, quello che è accaduto nelle prime due riunioni del consiglio comunale di Agrigento per l’elezione del presidente e dei componenti le commissioni consiliari.

Era noto che la scelta del presidente era avvenuto per accordi di vertice già diversi giorni prima, ma questo consiglio comunale non ha voluto neppure salvare le forme, affermando l’inutilità delle decisioni da prendere in aula rispetto agli accordi maturati in altre stanze.
La candidatura di Daniele Catalano infatti non è stata neppure presentata in aula per spiegarla e sostenerla con adeguate ragioni. Essa quindi non è maturata nell’aula consiliare nè sostanzialmente nè formalmente. Chi l’ha generata ha rivelato un disprezzo nei confronti dell’aula allarmante.
Nella seconda seduta la presidenza ha assunto un ruolo nella vicenda della nomina dei componenti le commissioni consiliari molto discutibile.
E’ stata la stessa presidente Daniele Catalano e non i capigruppo ad indicare i candidati da eleggere nelle varie commissioni. Piuttosto che assumere un ruolo alto, di super partes e di garante dei processi democratici di formalizzazione delle candidature, la presidenza del consiglio in questa occasione è divenuta terminale di accordi, anche questi maturati in altre stanze.
Per quali ragioni ogni gruppo abbia deciso di proporre al bilancio o all’urbanistica tizio piuttosto che caio non è stato spiegato in aula dai capigruppo.
La presidente Catalano è arrivata con un foglietto su cui erano riportate le fredde decisioni di accordi politici che non doveva e non aveva evidentemente bisogno di spiegare, nè ai consilieri comunali nè all’opinione pubblica.
Mussolini disse del Parlamento che se avesse voluto, ne avrebbe fatto un bivacco per i propri manipoli. Se non siamo a questo punto, non ne siamo però neppure molto lontani: per i capi della partitocrazia locale, che hanno deciso tutto quello che è avvenuto in queste prime due sedute, il consiglio comunale di Agrigento non è un organismo di discussione, di dialogo sul merito delle scelte, ma l’esecutore dei loro desiderata. La maggioranza del consiglio comunale sembra così consapevole di ciò da non sentire neppure il dovere di salvare le forme, ritenendo di non dover rendere conto a nessuno delle scelte operate.
Solo Marcello La Scala, consigliere del Movimento Cinque Stelle, ha dato prova di avere ben inteso il proprio ruolo, portando in aula le proprie proposte per la discussione, ma si è trovato dinanzi ad un muro di gomma

 MARCELLA CARLISI E MARCELLO LA SCALA

 

carlisi marellaI consiglieri del Movimento 5 stelle sono stati convocati ieri, poco prima della riunione del consiglio comunale, per essere messi di fronte alla divisione delle commissioni consiliari permanenti già compiuta.

Come minoranza, con i loro due voti, hanno appreso di non potere vantare diritto di essere inseriti, come avevano auspicato, nelle commissioni bilancio e urbanistica.

I cittadini sappiano che il principio cardine per la scelta delle commissioni di lavoro è la forza elettorale. Chi ha più voti sceglie.

Si è trovata la quadra con un lavoro di cesello che, per un pelo, non ha incastonato gli eletti del M5S nella stessa commissione.

la scalaLa decisione della maggioranza (e della maggioranza della minoranza) ha inserito il capogruppo Marcello La Scala nella sesta commissione (affari istituzionali, costituzione di istituzioni e di aziende speciali, partecipazione dell’ente a società di capitali, rapporti con altri comuni e con la provincia regionale, aggiornamento dello statuto) e Marcella Carlisi nella prima (personale, diritti civici, servizi comunali, sviluppo ed occupazione, programmazione, sviluppo economico).

I due consiglieri hanno manifestato il loro dissenso alla metodologia decisionale, che li ha ignorati, votando contro una siffatta costituzione delle commissioni.

Sono, in ogni caso, pronti al lavoro che li aspetta e chiederanno la possibilità di intervenire, come uditore, anche in altre commissioni.